Benedetta Manfriani / EVA Comunicato Stampa

EVA

Benedetta Manfriani 

 

Circa un anno fa Riccardo Rombi mi propose di lavorare a una raccolta di musica tradizionale toscana. Eravamo in pieno lockdown e volevo cantare musica che in qualche modo potesse interrogare l’eccezionalità di quello che stavamo vivendo. In realtà il mondo ha sempre dovuto affrontare epidemie, carestie e problemi di ogni genere, e solo negli ultimi decenni gli esseri umani hanno iniziato a credere di essere immortali. Quella che abbiamo vissuto è una condizione eccezionale solo per la vastità della pandemia. La vita è fragile, precaria, preziosa, e  molto, molto tenace. Il titolo dell’album, EVA, vuol dire proprio questo. EVA viene dall’ebraico “Chawwah” e significa vita. Racconta la forza della vita che rinasce dovunque e comunque, che si arrampica sulle macerie e nelle crepe dell’anima per fiorire di nuovo. È un album Pop, in cui si incontrano musiche tradizionali (non solo toscane) ed elettronica.

 

Produzione di Catalyst e Benedetta Manfriani

La voce è di Benedetta Manfriani, l’elettronica e le percussioni di Agnese Banti, le chitarre di Sandro Bertieri e il sax e la tampura di Roberto Laneri.

 

LE CANZONI

 

S’i’ fosse foco LINK ALL’ASCOLTO DELLA CANZONE

S’i’ fosse foco è un sonetto di Cecco Angiolieri, intriso di sarcasmo toscano, ma la parte elettronica è stata registrata nelle sale slot pensando alle dipendenze da gioco. Alle medie studiavamo la musica popolare come parte della letteratura. Erano gli anni della riscoperta della musica popolare e dell’inizio delle radio libere. Dovevamo fare una vera e propria ricerca etnomusicologica, registrando le canzoni delle nostre nonne e degli anziani del paese. A Radio Libera, dove andavo a volte dopo la scuola, trovai una registrazione di “S’i’ fosse foco” messa in musica da Daisy Lumini. L’ho ascoltata ossessivamente nell’adolescenza. Daisy Lumini abitava in Mugello, e in quegli anni l’ho incontrata insieme a Tito Schirinzi. Ero una ragazzina e lei per me era un faro. Fu molto emozionante. Con questa canzone ho voluto rendere omaggio alla sua memoria. 

Uno che sapeva

Canto  enumerativo della comunità ebraica di Firenze, parte del rito del Seder di Pesach, la cena rituale nella celebrazione della Pasqua ebraica. Ogni numero della serie serve a ricordare ai bambini ( e non solo) i principi e i fondamenti della fede ebraica. 

Nella cabala ebraica i numeri sono fondamentali per capire il significato nascosto dietro ogni numero o parola e avvicinarsi in questo modo alla conoscenza suprema. E poi, come dice Wislawa Szymborska in una sua poesia: 

“Ventisette ossa,

trentacinque muscoli,

circa duemila cellule nervose

in ogni polpastrello delle nostre cinque dita.

È più che sufficiente

per scrivere Mein Kampf

o Winnie the Pooh”.

La leggera LINK ALL’ASCOLTO DEL CD

Sandro (Bertieri) ha registrato questa canzone a Scarperia negli anni ’70. Quando l’ho sentita mi è sembrata noiosa, ma poi l’illuminazione è arrivata ascoltando un vecchio disco di Umiliani. La musica psichedelica! Ho immaginato un rider che si è fatto un acido e sta sognando di essere pagato senza lavorare.  Sandro l’ha arrangiata come una dolce ninna nanna. Nella canzone sto dormendo e non voglio alzarmi, e la voce è un po’ calante perché non sono molto lucida. Roberto (Laneri) ha interpretato meravigliosamente questo stato allucinato con la tampura e il sax. Con l’elettronica sono stati introdotti fra gli altri la voce del robot Roomba, i messaggi che arrivano continuamente sugli smartphone, il traffico in città. Grazie al lavoro di sound design di Agnese (Banti) la Leggera è diventata un gioiellino.

 

Maremma amara

È una canzone talmente conosciuta che cantarla è moltorischioso. Racconta due secoli eoltre di lavoro e di morte. È una canzone d’amore per chi  amiamo e non sappiamo se tornerà, è una canzone di rabbia e dolore di chi non sa se tornerà. Dentro ci ho messo la rabbia per tutto quello che porta via la vita, per quello che porta la vita in paludi, anche interiori, dove la “malaria” uccide.

Canzone arrabbiata

Di Nino Rota, nel film di lina Wertmuller Storia d’amore e d’Anarchia.

Canto per chi non ha fortuna.

Cu ti lu dissi

Canto reso famoso da Rosa Balistreri. Entroterra siciliano, deserti di grano giallo, cieli cobalto, passione, tormento, sangue, terra, tenerezza, il sole che brucia tutto. Credo che sia il cuore di questo album, anzi, la pancia, leviscere, l’utero. 

 

Fior di tomba

Uno degli antenati di Bella ciao. Canto della tradizione friulana, ispirato ad un’antica ballata francese, con una protagonista bella tosta.

 

Era de maggio

Canzone in lingua napoletana, messa in musica da Mario Pasquale Costa sui versi di una poesia del 19885 di Salvatore di Giacomo. In un giardino profumato di maggio, il ritratto struggente di due amanti che devono salutarsi e che poi si ritrovano.

 

Fel Shara

Fel Shara è una canzone  di origine sefardita, in cinque lingue diverse, che si trova nella tradizioni musicali del Mediterraneo, dell’Europa Orientale e del Medio Oriente, e che ognuno reclama come propria. Un vero esempio di sconfinamento.

Tanto pe’ canta’

Scritta da Ettore Petrolini e Alberto Simeoni nel 1932.

Una canzone dei miei nonni, che non amavo finché non l’ho cantata, finchè il mio corpo non l’ha attraversata esultando nel passaggio tra maggiore e minore, in quella leggerezza fiorita e dolce come una sera romana.

Ci ho sentito un che di ebraico: Tanto pe’ canta’ è diventata Klezmer.

 

BIOGRAFIE MUSICISTI

Sandro Bertieri

Chitarrista, compositore, insegnante. Si interessa a diversi generi musicali; ha inciso “De-ho” brano inserito nel disco chill out “Oveja Negra”; nel 2011 compone e pubblica il disco“Immersione”, nel 2013 “Chichi Bunichi”, cd di canti ebraici, in duo con Benedetta Manfriani. Ha collaborato con Carlina Torta e Franco Nuccioni come compositore e arrangiatore di musiche per teatro. Si è esibito in vari contesti e teatri italiani tra cui Napoli, Torino, Firenze, Novara, Agrigento. Attualmente è docente di musica e di chitarra nelle scuole secondarie di primo e secondo grado.

 

 

 

Agnese Banti

Agnese Banti, sound designer e musicista toscana con base a Bologna, diplomata in sound design presso il Conservatorio di Musica “G.B. Martini” con un progetto di tesi svolto in parte presso il Department of Music Studies della Ionian University di Corfù. Lavoracon il suono in ambiti musicali, audiovisivi, performativi e installativi. Collabora con Tempo Reale, centro fiorentino di produzione, ricerca e didattica musicale ed è co-fondatrice del collettivo di musica elettronica della Scuola bolognese. I suoi lavori sono stati eseguiti in Italia, Irlanda, Grecia, Inghilterra, Portogallo e USA. Collabora con Roberto Laneri a progetti di canto armonico e colleziona trottole in attesa di riuscire a suonarle tutte.

 

 

Roberto Laneri

Compositore, polistrumentista (clarinetti, sax, didjeridoo), specialista di canto armonico. Si è formato negli Stati Uniti (Ph.D., università di California). Concertista di vasta esperienza internazionale, ha inciso con Charlie Mingus, Peter Gabriel e sotto il suo nome (Two Views,Anadyomene, Memories of the Rain-Forest, Prima Materia, Sentimental Journey, Escher, Breath, Winds of Change, Musica Finta/Bluesprints). Ha scritto i libri sul canto armonico “La voce dell’arcobaleno,” (Il Punto d’Incontro, Vicenza) e “Nel cielo di Indra” (Terre Sommerse, Roma). Membro del Club di Budapest, ha insegnato fino al 2011 al conservatorio Cherubini di Firenze.

 

 

 

Benedetta Manfriani

Artista multimediale e cantante, ha esplorato negli anni tecniche e linguaggi artistici diversi realizzando video, foto, stampe, sculture, installazioni. Si è formata presso le Università di Firenze e Parigi. Collabora con Tempo Reale, centro di ricerca, produzione e didattica musicale fondato da L. Berio, e con la compagnia teatrale Catalyst. È attualmente artista in residenza al MAD Murate Art District di Firenze. Dal 2020 dirige Orkestra Rosa, un coro con le detenute della Casa Circondariale di Sollicciano, e nel 2016 ha ideato CONfusion, un gruppo vocale multietnico formato da migranti e italiani. Le sue opere sono state esposte in Italia, Germania, Svizzera, Francia, Portogallo, Regno Unito, USA.